"(...) Tutta la scena, d'altronde, nella visione generale come nei dettagli, è straordinaria per la pregnante verosimiglianza con la quale l'evento antico è reso vivo e attuale: Masaccio riesce a suscitare la piena comprensione e immedesimazione dell'osservatore.
Già il personaggio inginocchiato in primo piano sembra riassumere in sé la pienezza del nuovo spirito rinascimentale, che pone l'uomo al centro della natura e interamente consapevole delle proprie azioni. Il vigoroso nudo giovanile, anatomicamente perfetto, è espressione anche di una bellezza spirituale, temprata dal sacramento che sta ricevendo e che si attua attraverso una sequenza di fenomeni studiati in dettaglio dal vero. L'acqua trasparente del fiume forma gorghi leggeri attorno alle sue ginocchia, mentre quella versata dalla ciotola intride i suoi capelli, incollandoli al volto e formando spruzzi leggeri nell'impatto con la testa e poi con l'acqua del fiume.
Dietro di lui, un'altra invenzione masaccesca è il ragazzo seminudo che attende il battesimo, rabbrividendo per il freddo con un gesto che lo fa sentire immediatamente vicino a chiunque lo guardi. Anche gli altri personaggi distribuiti su più piani arretrati partecipano all'evento sacro con attitudini dettate dall'umana contingenza: la figura in azzurro, recuperata nella sua piena bellezza dal restauro, sta finendo di abbottonarsi la veste, con il capo chino da cui scendono le ciocche bagnate dei capelli, e il volto assorto, compreso ancora della solennità dell'evento che si è appena concluso. Al suo fianco, un giovane dai lunghi capelli biondi si sta spogliando, mentre altri sono in attesa e sembrano alludere, grazie alla presenza della figura che compare tagliata a metà sul margine destro, al proseguire di una processione numerosa, come narra appunto il testo degli Atti degli Apostoli." (Elisa Del Carlo, 'La Cappella Brancacci, Edizioni Mandragora, 2012)
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