lunedì 28 aprile 2014

CAPPELLA BRANCACCI: "La tentazione di Adamo ed Eva" di Masolino e "La cacciata dal Paradiso Terrestre" di Masaccio

          

Masolino da Panicale,                                          Masaccio, 
"La tentazione di Adamo ed Eva"                   "La cacciata dal Paradiso Terrestre"
1424 - 1425                                                                 1425 - 1427



"Nella "Tentazione di Adamo ed Eva", di Masolino, i progenitori sono ritratti come due creature di apollineo candore, con i corpi dolcemente arrotondati grazie alla tecnica pittorica del chiaroscuro, che dà alle forme un modellato levigato e luminoso. Masolino nel colorire i due corpi, segue la tradizione dell'antichità classica, che anche Masaccio rispetterà nell'affresco di fronte, e che prevede una tonalità più intensa per l'incarnato maschile e per la donna un'epidermide chiara, che qui assume una tonalità dolcemente perlacea. Le proporzioni armoniche del corpo di Eva evocano l'ideale bellezza di una statua classica, mentre il volto di Adamo, per il trattamento dei capelli, la forma del viso e il naso adunco, è stato paragonato ai noti ritratti dell'imperatore Tiberio. 
L'intensità drammatica dell'episodio biblico (la "Cacciata dal Paradiso Terrestre" dipinto dal Masaccio, n.d.r.), e insieme l'attitudine mentale e figurativa di Masaccio, fanno sì che l'artista raggiunga qui uno dei vertici non solo della sua arte, ma in assoluto della pittura di ogni tempo. Forma ed espressione diventano un inscindibile tutt'uno nelle due figure disperate, dove il corpo muscoloso di Adamo si incurva sotto il carico del dolore e della vergogna, e il volto di Eva si distorce deformato dall'angoscia. Le loro nudità fanno intendere peraltro che Masaccio aveva guardato a modelli scultorei recenti e antichi, che per Adamo possono essere identificati nei torsi della statuaria classica, ma anche nel Cristo ligneo di Donatello in Santa Croce a Firenze, mentre l'attitudine di Eva, che cela seni e pube, sembra ispirata dal tipo della Venus pudica dell'arte ellenistica e romana. Ma ogni riferimento ai precedenti artistici è trasfigurato e superato nella carica di verità e di sofferta umanità che le due figure incarnano, con una intensità espressiva che compare ora per la prima volta nell'arte del Quattrocento fiorentino." (Elisa Del Carlo, 'La Cappella Brancacci', Edizioni Mandragora, 2012)

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