Di proprietà della comunità gesuita di Dublino, è in prestito a tempo indeterminato nella National Gallery of Ireland di Dublino.
Durante il soggiorno romano dell'artista, Ciriaco Mattei commissionò al Caravaggio il dipinto. Suo fratello, il cardinale Gerolamo Mattei suggerì il soggetto, l'iconografia e l'ambientazione. Il 2 gennaio 1603 il committente pagava centoventicinque scudi per questa tela. L'azione è raffigurata su una tela posta in orizzontale. Gesù è raffigurato immobile e dimesso; Giuda lo schiaccia. Il centro visivo del quadro è formato dalle due teste contrapposte dei protagonisti. Il perno compositivo della scena è fissato dai volti del Cristo, che prefigura i patimenti e la sua Passione, di Giuda e di San Giovanni, che è colto in fuga, dal viso bloccato in un urlo, che presagisce le sofferenze del Messia che seguiranno alla sua Cattura. Sul lato destro del quadro un uomo, che assiste alla cattura di Gesù e che illumina la scena con una lanterna, ha le sembianze, secondo lo storico d'arte Roberto Longhi, del Caravaggio stesso. La lanterna in mano al Caravaggio, secondo un altro storico d'arte Maurizio Marini, ricorderebbe Diogene e la ricerca della fede e della redenzione a cui il pittore tendeva. La frenesia dell'insieme, data dallo sbilanciamento delle figure e ravvisata dai guizzi di luce sulle corazze dei soldati, rende il fare concitato e dinamico della scena.
Il quadro è stato scoperto nel 1990 da Sergio Benedetti, capo curatore della National Gallery of Ireland. Di quest'opera esistono almeno 12 copie sicure, di cui una, quella conservata in un museo di Odessa, venne a lungo ritenuta quella originale; l'opera qui presente era invece ritenuta di Gerard van Honthorst, noto anche con il nome di Gherardo delle Notti. (fonte Wikipedia)
"Autoritratto" del Caravaggio
In questa immagine si può osservare da vicino la figura dell'uomo sulla destra del dipinto, che con una mano solleva una lanterna ad illuminare parte della scena e che i più autorevoli esperti d'arte, in primis il grande Roberto Longhi, e poi lo stesso Sergio Benedetti, lo scopritore dell'opera, hanno identificato come un Autoritratto del Caravaggio.
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