lunedì 29 settembre 2014

CARAVAGGIO: "L'incoronazione di spine", c. 1603, olio su tela, 127 x 166 cm - Kunsthistorisches Museum, Vienna


CURIOSITA' D'ARTISTA: L'OLYMPIA DI EDOUARD MANET E IL GATTO NERO. Un particolare curioso con il quale l'artista ci ha voluto forse mandare un messaggio?!


Edouard Manet
"Olympia"
1863
Oil on canvas, 131 x 190 cm
Musée d'Orsay, Paris


Il Gatto Nero

Qui a destra vedete il dettaglio della figura del gatto nero, che nel dipinto si distingue appena, confondendosi con lo sfondo, che Manet colloca ai piedi del letto di Olympia con gli occhi spalancati, la schiena inarcata e la coda agitata in alto: è chiaramente un segnale di paura ma anche di fastidio e/o aggressività, a seguito del quale il gatto può attaccare. La critica ritiene che sia stato dipinto in questo atteggiamento quasi a scoraggiare chi osserva la donna, la sua padrona, dall'avvicinarsi. Curiosità d'artista!

VINCENT VAN GOGH: "Autoritratto come pittore", 1886 - Van Gogh Museum, Amsterdam


sabato 27 settembre 2014

GIORGIONE: "La vecchia", c. 1508, olio su tela, 68 x 59 cm - Gallerie dell'Accademia, Venezia


LA "MONNA LISA" VESTITA, SOLO PER VERI INTENDITORI!

Mi si perdoni il titolo scherzoso che ho dato a questa pubblicazione. Con "Monna Lisa vestita" ho inteso alludere al fatto che l'immagine riprende l'opera completa della sua bellissima cornice: di solito i dipinti anche i più celebri e celebrati, e La Gioconda di Leonardo ne è l'esempio supremo, sono ripresi senza la loro cornice che in moltissimi casi, sono autentiche opere d'arte esse stesse. E ci sono dipinti che con la cornice fanno un altro effetto sull'occhio di chi guarda. Purtroppo La Gioconda paga lo scotto della sua smisurata celebrità che quasi la offende, la sminuisce di valore, l'involgarisce. La massa spaventosa di visitatori che affollano il Louvre nella sala che la ospita non "guardano" affatto il dipinto, che è quello originale del genio di Leonardo, bensì sono lì per obbedire alla sua pubblicità martellante che da secoli accompagna questo stupefacente dipinto. Come sarebbe bello poter ammirare La Gioconda in una sala deserta, nel silenzio più assoluto, lasciandosi trascinare la mente e il cuore dal suo incredibile magnetismo! E allora, nel silenzio delle nostre quattro mura casalinghe, godiamoci questa meraviglia in tutto il suo splendore.



martedì 23 settembre 2014

MAIOLICHE Antiche: FRANCESCO XANTO AVELLI: Piatto istoriato, 1529, Museo Internazionale delle Ceramiche, Faenza, Italia


Francesco Xanto Avelli
(Rovigo, 1486 - Urbino, 1542 ca.)
Piatto istoriato con la scena biblica di "Isacco che benedice Giacobbe". 
Il soggetto raffaellesco è tratto dall'incisione di Agostino Veneziano
L'opera è dipinta da Francesco Xanto Avelli e lustrata a Gubbio da Mastro Giorgio Andreoli
Datato sul rovescio 1529.


MAIOLICHE Antiche - FRANCESCO XANTO AVELLI: Piatto istoriato, 1531 - 1532 - Museo Internazionale delle Ceramiche, Faenza, Italia


Francesco Xanto Avelli
(Rovigo, 1486 - Urbino, 1542 ca.)
Piatto con raffigurazione del mito di Giasone e Medea.
 L'opera porta sul rovescio la firma di Francesco Xanto Avelli da Rovigo. 
Urbino, 1531 - 1532 c.



giovedì 18 settembre 2014

SCULTURE ANTICHE: "Hermes del Belvedere", Inizio II sec. d. C. Marmo, h. 1,95 - Museo Pio-Clementino, Musei Vaticani, Città del Vaticano

La statua, un tempo ritenuta di Antinoo, il giovane amato dall'imperatore Adriano, è oggi considerata copia di un Hermes in bronzo di Prassitele o comunque della sua scuola.




 



LASTMAN, Pieter Pietersz (*) Dutch painter (1583 - 1633, Amsterdam): "Giunone scopre Giove con Io", 1618, olio su tavola di quercia, 54 x 78 cm - National Gallery, Londra


ARTE in CRONACA: notizie dal mondo dell'Arte

ALLARME PER LA SISTINA!

LA CAPPELLA SISTINA SI PREPARA AD ESSERE ATTREZZATA PER ACCOGLIERE AL SUO INTERNO 2000 VISITATORI CONTEMPORANEAMENTE!!!

Una scelta scriteriata, folle, legata esclusivamente al business che ne conseguirà. Un impianto sofisticato di ricambio dell'aria al suo interno dovrebbe far compiere il balzo dai circa 700 visitatori attuali a circa 2000! Consentendo, dicono, la salvaguardia dei prestigiosi affreschi che la decorano!!! 
SONO PAZZI DA LEGARE!
Già oggi l'esorbitante numero di visitatori è una cosa scandalosa e inconcepibile, perché non determina soltanto un incredibile inquinamento atmosferico che già da solo danneggia gli affreschi, ma anche uno spaventoso inquinamento acustico: il "brusio" generato dalla massa enorme di visitatori è già oggi un frastuono impressionante, assordante, osceno, scandaloso anche se volessimo solo considerare che è una cappella religiosa e non un supermercato; ma ad esso si aggiungono i poderosi richiami al SILENZIO! che gli addetti alla sorveglianza sono costretti necessariamente ad URLARE per riuscire a farsi sentire. Tutto ciò è allucinante. Non so chi abbia deciso una cosa del genere, ma andrebbe denunciato alle Autorità per attentato al patrimonio artistico. Ma siamo nel regno del Vaticano! Mi aspetterei le immediate dimissioni del Direttore dei Musei Vaticani, l'eminente prof. Antonio Paolucci, che non può, non deve tollerare uno scempio di tale portata. Ma non accadrà.   

mercoledì 17 settembre 2014

LE CINQUE VERSIONI DELL' "ISOLA DEI MORTI" di ARNOLD BOCKLIN

Arnold Bocklin realizzo tre (*) versioni dell'Isola dei Morti rispettivamente nel 1880, nel 1883 e nel 1886. La più celebre e universalmente acclamata è quella del 1883.

(*) Errata corrige: le versioni di quest'opera conosciute sono ad oggi 5, ma di una di queste si è persa ogni traccia e si ritiene distrutta durante la seconda guerra mondiale. Mi scuso per l'involontario errore. 


Prima versione del 1880, 
olio su tavola,
 74 x 122 cm 
New York, Metropolitan Museum of Art



Seconda versione del 1880 
155 x 111 cm
Kunstmuseum Basel, Basel, Switzerland




§§§



Terza versione del 1883
80 x 150 cm
Alte Nationalgalerie, Berlin, Germany




§§§



Quinta versione del 1886
154 x 80 cm
Museum der Bildenden Kunste, Leipzig, Germany




P.S. Della quarta versione, come detto, si sono perse le tracce e gli studiosi ritengono probabile che sia andata distrutta durante la seconda guerra mondiale. Si sa che è stata dipinta nel 1884, con la tecnica ad olio su rame ed avrebbe le dimensioni di 81 x 151 cm. La sua ultima ubicazione nota era Lugano, Sammlung Schloss Rohoncz. Se ne conosce solo la riproduzione fotografica in bianco e nero qui sotto riportata. Osservandola con attenzione si vede che è quella più simile alla versione del 1883.