sabato 24 giugno 2017

ARCHEOLOGIA - MOSAICI: Mosaico dei Musici ambulanti,(199 – 80 a.C.) - Museo Archeologico Nazionale di Napoli

INV. N. 1887

Mosaico dei Musici ambulanti

Il mosaico, rinvenuto tra il 1749 e il 1763 nella cd. Villa di Cicerone a Pompei, databile tra il II e l’inizio del I sec. a.C. e (199 – 80 a.C.), raffigura un gruppo di 4 personaggi, forse i metragyrtai del culto di Cibele che si muovono sul podio di un palcoscenico e che, al suono degli strumenti da loro stessi suonati, si stanno probabilmente recando verso l’abitazione la cui porta d’ingresso si intravede nell’angolo destro. Indossano le maschere di 3 personaggi della Commedia Nuova: il suonatore di timpano è infatti il parasitos, vicino a lui c’è il kolax, l’adulatore, riconoscibile dal naso prominente e dal viso disteso e florido, intento a suonare i cembali e, subito dietro, la diamitros etaira, la suonatrice di doppio flauto; segue, da ultimo, un bambino, o un nano, senza maschera, con la capigliatura scomposta e una corta tunica, intento a suonare una sorta di corno.
La scena è tratta verosimilmente da una commedia di Menandro, dal titolo “Theophorumene”,”L’invasata”.



ARCHEOLOGIA - MOSAICI: Mosaico dell'Accademia di Platone o dei sette Filosofi, epoca tardo ellenistica - Museo Archeologico Nazionale di Napoli

INV. N. 1886


Mosaico dell'Accademia di Platone o dei Sette filosofi

Il mosaico, in I stile, raffigura la riunione di 7 filosofi. Tutti indossano un mantello, la caratteristica veste degli oratori e dei filosofi greci di età classica, eccetto uno che porta al di sotto anche un chitone. Il terzo da sinistra potrebbe essere Platone. Nel primo da sinistra si potrebbe riconoscere Eraclide Pontico, nel secondo Lisia, nel penultimo sulla destra Senocrate, mentre l’ultimo sulla destra, in atto di andare via tenendo nella mano sinistra un rotolo, potrebbe essere Aristotele.
Sullo sfondo, è possibile identificare l’acropoli di Atene con il Partenone. Intorno alle 7 figure, sono rappresentati, da sinistra verso destra, un portale con due colonne e un epistilio sormontati da quattro vasi coperti (simboli di Aritmetica, Geometria, Astronomia e Musica, o delle quattro Stagioni dell’anno, o delle posizioni del Sole), un albero e una colonna votiva con un orologio solare, tipici di un paesaggio totalmente mitologico, senza alcun preciso riferimento geografico.
Il tema chiaramente allude agli interessi letterari e filosofici del proprietario della villa e deriva probabilmente da un modello tardo ellenistico.

sabato 3 giugno 2017

BRANCACCIO Carlo (Napoli, 1861-1920): Palazzo Donn'Anna, 1890-99, Olio su tela, 30,5 x 45,5 cm - Collezione ignota (privata?)

INV. N. 1875

Carlo BRANCACCIO
(Napoli, 1861 - Parigi, 1920)

Artista napoletano, veicolò i suo primi interessi verso le scienze matematiche, pur mantenendo un interesse costante nei confronti del mondo delle arti. La passione per i pennelli fu tale da indurlo ad intraprendere la strada delle arti visive, e l’amicizia con Edoardo Dalbono fu determinante ai fini della sua formazione; la sua preparazione da autodidatta lo spinse ad appassionarsi alla riproduzione del paesaggio urbano. Visse anche a Parigi, in Boulevard de Cliché 110, e la capitale francese gli diede modo di perfezionare il suo stile e di rendere le sue opere fruibili al mercato estero. Partecipò a numerose esposizioni in giro per l’Europa, che gli diedero la possibilità di far acquistare suoi dipinti ad illustri personalità e grandi collezionisti.


BRANCACCIO Carlo (Napoli, 1861-1920): Isola di Nisida vista dalla spiaggia di Coroglio, fine 19° sec., Olio su tela - Collezione ignota (privata?)

INV. N. 1874

Carlo BRANCACCIO
(Napoli, 1861 - Parigi, 1920)

Artista napoletano, veicolò i suo primi interessi verso le scienze matematiche, pur mantenendo un interesse costante nei confronti del mondo delle arti. La passione per i pennelli fu tale da indurlo ad intraprendere la strada delle arti visive, e l’amicizia con Edoardo Dalbono fu determinante ai fini della sua formazione; la sua preparazione da autodidatta lo spinse ad appassionarsi alla riproduzione del paesaggio urbano. Visse anche a Parigi, in Boulevard de Cliché 110, e la capitale francese gli diede modo di perfezionare il suo stile e di rendere le sue opere fruibili al mercato estero. Partecipò a numerose esposizioni in giro per l’Europa, che gli diedero la possibilità di far acquistare suoi dipinti ad illustri personalità e grandi collezionisti.


BRANCACCIO Carlo (Napoli, 1861-1920): Napoli, Via Toledo - Impressioni di pioggia, 1888-1889, Olio su tela - Galleria di Palazzo Zevallos-Stigliano, Napoli

INV. N. 1873

Carlo BRANCACCIO
(Napoli, 1861 - Parigi, 1920)

Artista napoletano, veicolò i suo primi interessi verso le scienze matematiche, pur mantenendo un interesse costante nei confronti del mondo delle arti. La passione per i pennelli fu tale da indurlo ad intraprendere la strada delle arti visive, e l’amicizia con Edoardo Dalbono fu determinante ai fini della sua formazione; la sua preparazione da autodidatta lo spinse ad appassionarsi alla riproduzione del paesaggio urbano. Visse anche a Parigi, in Boulevard de Cliché 110, e la capitale francese gli diede modo di perfezionare il suo stile e di rendere le sue opere fruibili al mercato estero. Partecipò a numerose esposizioni in giro per l’Europa, che gli diedero la possibilità di far acquistare suoi dipinti ad illustri personalità e grandi collezionisti.