sabato 12 maggio 2018

ARCHITETTURE DELL'ANTICHITA': Mausoleo di Costantina, meglio noto come Mausoleo di Santa Costanza, 337 - 351 d.C. - Roma, Complesso della Basilica di S. Agnese

INV. N. 2117


Mausoleo di Santa Costanza

Il Mausoleo di S. Costanza è uno dei caposaldi dell'architettura tardoantica. Fra i primi esempi conservati (insieme al Battistero Lateranense) di edificio cristiano a pianta centrale con ambulacro. Derivato da modelli romani di templi e mausolei, ninfei, (il Pantheon, il Mausoleo di Augusto, il cosiddetto tempio di Minerva Medica) deve la caratteristica più innovativa - i due spazi circolari concentrici - a un edificio di poco precedente destinato ad influenzare l'architettura medioevale: il Martyrium del Santo Sepolcro eretto a Gerusalemme da Costantino e dalla madre Elena.
Pur essendo in parte privato del suo primitivo splendore, conserva tuttora un'imponenza ed un fascino straordinari.
La costruzione del mausoleo, secondo studi recenti, sarebbe avvenuta in due fasi: una tra tra il 337 ed il 351 d.C. - nel periodo di vedovanza di Costantina - e l'altra dopo la sua morte, ma comunque entro il 361. Successivamente fu sepolta nel mausoleo anche Elena, altra figlia di Costantino.
Il mausoleo divenne in seguito battistero della basilica di S. Agnese, sorta nel VII secolo. La tipologia a pianta centrale si adattava in modo particolare a tale destinazione d'uso, come ormai a quel tempo voleva la tradizione, anche se non tutti gli studiosi sono concordi con questa destinazione d'uso.
Nel 1254 l'edificio fu trasformato in chiesa, intitolata a S. Costanza. Ma è sin dall'alto medioevo che Costanza (altro nome attribuito a Costantina figlia di Constantino) veniva arbitrariamente identificata come una martire, e quindi appellata come santa. Del resto già nell'835 il Liber pontificalis designava per il mausoleo come Aecclesia Sanctae Costantiae. Tale ambiguità è un tratto caratteristico dell'edificio, che nelle sue forme architettoniche si rifà prevalentemente a modelli pagani di templi e sepolcri.
Nel 1620 il cardinale Fabrizio Veralli fece eliminare definitivamente la decorazione musiva della cupola (splendida, secondo le testimonianze iconografiche che ci sono giunte), già da tempo in pessimo stato di conservazione, sostituendola con modesti affreschi.




























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