"Il 19 luglio 1870 la Francia dichiara guerra alla Prussia. Errore fatale. Gli Stati a sud del Meno, compresi il re del Wurttemberg e della Baviera (Ludwig II...) si proclamano alleati dei prussiani. Le cose girano bene per i francesi all'inizio, quando occupano Saarbrucken. Poi viene la disfatta clamorosa di Sedan. Il 2 settembre Napoleone III firma la resa, se ne va prigioniero e andrà a morire in Inghilterra. Due giorni dopo Parigi gode la sua nuova République e continua la guerra. A gennaio il re di Prussia si fa incoronare imperatore dei tedeschi a Versailles. Nasce il Deutsches Reich. Bismarck aveva già annotato con inquietante intuizione: "Se scoppierà una guerra dovremo aspettarcene un'intera catena; chi soccombe la prima volta non aspetta infatti che di aver ripreso fiato per ricominciare daccapo." La questione si concluse nell'inferno del 1945. La guerra fu infatti assai breve ma durissima. La parte estiva aveva toccato l'est della Francia, quella invernale, guidata dalla République, si svolse tutt'intorno alla capitale sotto bombardamento, nel fango e nel freddo. La Francia perse la somma formidabile di cinque milioni di franchi oro in danni di guerra. Perse l'Alsazia e la Lorena (...). Intanto continua la guerra e scoppia la rivolta della Comune di Parigi. (...) Fu quello lo scontro dal quale nacque la lacerazione del nostro caro vecchio continente, fu lo scontro di una potenza arrogante, la Francia, che credeva d'essere la prima forza industriale, con i suoi 15544 chilometri di ferrovia senza sapere che la Germania ne aveva già 18876.
Messonier dipinge qui la catastrofe bellica in una sorta di riassunto onirico. E a ragione. Tra l'altro era lui stesso al comando d'uno dei battaglioni repubblicani, nel quale s'erano arruolati anche Manet e Degas, suoi nemici estetici, suoi compatrioti nella difesa di Parigi. Il che permette di riflettere ulteriormente sulla complessità di un'epoca (...). La République in mezzo al sangue e al fango porta fiera in testa la leonté di Ercole. La bandiera sventola come nella Libertà di Delacroix oltre cinquant'anni prima. Nel cielo oscuro vola l'angelo (o la strega!) della morte.
(Fonte: Philippe Daverio, "Il secolo lungo della modernità", Edizioni Rizzoli)
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