venerdì 13 dicembre 2013

GERICAULT, Theodore, "La zattera della Medusa", 1819,- Parigi, Museo del Louvre


Nota:
"E' la Zattera della Medusa, 35 metri quadrati di pittura diventata scura con gli anni per via dell'uso troppo ambizioso del bitume di Giudea utilizzato come vernice finale. Questa piramide di carne umana, in parte marcia, in parte vibrante di speranza, fu dipinta in dimensione 491x716 centimetri da Theodore Gericault allora ventisettenne per stupire l'umanità parigina nel Salon del 1819. Ci mise otto mesi per realizzarlo, dal novembre '18 al giugno '19, durante i quali si recluse in silenziosa concentrazione facendosi portare i pasti dalla zia e i resti umani in decomposizione dall'ospedale. Ammise dinanzi alla tela in evoluzione solo pochi intimi che usava come modelli vivi, fra i quali l'amico Delacroix, più giovane di lui, e che dipinse bello vecchio, al doppio del vero, mentre regge un cadavere e siede sull'altro. Sull'ultima linea dell'orizzonte d'un mare in tempesta appare la nave della salvezza. Un mondo se ne va, un altro arriva. Il dipinto fece clamore a tal punto che l'anno successivo fu esposto a Londra. Certo a molti non piacque affatto. E' questo il primo dipinto manifesto della rivoluzione romantica nella pittura francese. Il quadrone di Gericault, racconta (...) un fatto di cronaca che ha duramente colpito lo spirito di grandeur della Francia appena restaurata con l'ascesa al trono del fratello minore di Luigi XVI il ghigliottinato, Luigi XVIII. (...) Trattasi quindi anche di un quadro politico, e forse critico." (P. Daverio)


 (Olio su tela, 491 x 716 cm) 

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