La Galleria dell'Arte nel Mondo, Roma, Italia (Europa) - The Art Gallery in the World - Rome, Italy (Europe)
mercoledì 12 settembre 2018
martedì 11 settembre 2018
ALTDORFER, Albrecht - Pittore e grafico tedesco, ha lavorato a Ratisbona, di cui era cittadino e, dal 1505 in poi, l'artista principale, lo spirito guida della cosiddetta Scuola del Danubio. (Ratisbona, 1480 ca. - 1538): Adorazione dei Magi, 1530 ca. - 1535, Olio su tavola, 108,5 x 78 cm - Städel, Francoforte sul Meno, Germania
ALTDORFER, Albrecht - Pittore e grafico tedesco, ha lavorato a Ratisbona, di cui era cittadino e, dal 1505 in poi, l'artista principale, lo spirito guida della cosiddetta Scuola del Danubio. (Ratisbona, 1480 ca. - 1538): Cristo prende cpongedo dalla Madre, 1520, Olio su tavola (?), 141 x 111 cm - Londra, National Gallery
lunedì 10 settembre 2018
ALTDORFER, Albrecht - Pittore e grafico tedesco, ha lavorato a Ratisbona, di cui era cittadino e, dal 1505 in poi, l'artista principale, lo spirito guida della cosiddetta Scuola del Danubio. (Ratisbona, 1480 ca. - 1538): Riposo durante la fuga in Egitto, 1510, Olio su pannello, 57 x 38 cm - Berlino, Staatliche Museen
mercoledì 29 agosto 2018
lunedì 27 agosto 2018
domenica 26 agosto 2018
OGGETTI PREZIOSI dell'ANTICHITA': La "Gemma Augustea" è un cammeo in leggero rilievo su due strati, intagliati su di una pietra araba d'onice. E' comunemente attribuito allo scultore/intagliatore Dioscuride o quanto meno a suoi allievi. Risale al 12 d.C. e misura cm 23 x 19, ed ha uno spessore di 1 cm. Vi è rafficurato, nella parte superiore, l'imperatore Augusto, assiso in trono, attorniato da figure personificanti varie deità. Nella parte inferiore l'individuazione delle figure è incerta, ma la più diffusa e che possano trattarsi dei popoli appena sottomessi, quali i Pannoni, i Dalmati e i Germani. E' custodito presso il Kunsthistorisches Museum di Vienna.
OGGETTI PREZIOSI dell' ANTICHITA': "Gran Cammeo di Francia", di autore sconosciuto, è realizzato in onice lavorato a cinque strati e risale al 23 d.C..Di forma irregolare, misura 31 x 26,5 cm - Il fregio è diviso in tre registri. Nel registro inferiore si trovano barbari prigionieri. In quello centrale si vedono i personaggi all'epoca viventi della dinastia giulio-claudia: l'imperatore Tiberio e la sua famiglia, e nel registro superiore i membri scomparsi della medesima dinastia. - E' conservato nel Cabinet des médailles di Parigi.
sabato 25 agosto 2018
MANTEGNA, Andrea (1431, Isola di Carturo - 1506, Mantova): Sansone e Dalila, 1495 - 1506, Tempera su tela, 47 x 37 cm. - Londra, National Gallery
INV. N. 2146
Le "grisaglie" del Mantegna: Sansone e Dalila
Le "grisaglie" del Mantegna: Sansone e Dalila
Dal 1490 in poi, Mantegna produsse una serie di opere illusionistiche che rappresentano rilievi scultorei in marmo o bronzo. Questi sono in "grisaglia", toni chiari e scuri di un unico colore che creano figure che si ergono su uno sfondo che simula il marmo con motivi audaci. In Italia, quadri come questo, che sembrano scolpiti nella pietra, sono stati visti per la prima volta nelle basi degli affreschi di Giotto nella Cappella dell'Arena a Padova, dove ha illustrato le sette Virtù e i sette Vizi. Alla fine del XV secolo, il lavoro di grisaille era molto richiesto, e Mantegna dipinse una serie di immagini con questa tecnica, tra cui Sansone e Dalila, un piccolo capolavoro di una serie che illustrava il tema delle "astuzie delle donne".
Sansone è la figura eroica con forza sovrumana la cui storia è raccontata nel Libro dei Giudici dell'Antico Testamento. Sua moglie Delilah avrebbe scoperto il segreto della sua forza. Dopo averle detto che il segreto stava tra i suoi capelli, Delilah gli tagliò i capelli e i Filistei riuscirono a catturare Sansone e ad accecarlo. La vite intrecciata intorno all'albero è un simbolo dello stupore da ubriaco di Sansone. L'iscrizione scolpita sul tronco dell'albero avverte che le donne sono più malvagie persino del diavolo.
(Fonte: Web Gallery of Art, created by Emil Krén and Daniel Marx)
Dettaglio dell'iscrizione sul tronco dell'albero
martedì 21 agosto 2018
FRANCESCO SALVIATI, Francesco de 'Rossi fu un pittore manierista italiano che visse e lavorò principalmente a Firenze, ma produsse anche diverse opere a Roma. È conosciuto con molti nomi, tra cui spicca il nome adottato, Francesco Salviati o Il Salviati (Firenze, 1510 - Roma, 1563): Ritratto di giovane uomo,1543-45, Olio su pannello, 59 x 47 cm - Milano, Museo Poldi Pezzoli
FRANCESCO SALVIATI, Francesco de 'Rossi fu un pittore manierista italiano che visse e lavorò principalmente a Firenze, ma produsse anche diverse opere a Roma. È conosciuto con molti nomi, tra cui spicca il nome adottato, Francesco Salviati o Il Salviati (Firenze, 1510 - Roma, 1563): Resurrezione di Lazzaro, 1540, Olio su pannello, 89 x 67 cm - Roma, Collezione privata di Palazzo Colonna
domenica 19 agosto 2018
VALLOTTON Felix (1865; Lausanne, Switzerland - 1925; Paris): La Dordogne à Carennac, 1925, Olio su tela, 60 x 73 cm - Kunsthaus Zürich Museum, Zurigo, Svizzera
INV. N. 2140 - Ancora un paesaggio dall'atmosfera serena, bucolica e sognante. Un paesaggio idealizzato al massimo, eppure vero nella sua idealizzazione!
sabato 18 agosto 2018
venerdì 17 agosto 2018
martedì 14 agosto 2018
lunedì 18 giugno 2018
Francesco NAPOLETANO, al secolo Francesco Galli, detto il Napoletano per la sua origine. Pittore di scuola lombarda allievo di Leonardo da Vinci (Napoli, ? - Venezia, 1501): Madonna col Bambino detta "Madonna Lia" dal nome dell'ultimo proprietario, 1495 circa, Olio su tavola trasportato su tela, 42,5 x 31,5 cm - Milano, Pinacoteca del Castello Sforzesco
INV. N. 2135
Francesco Galli detto il Napoletano
"Madonna Lia"
Il dipinto nella sua cornice originale
Il particolare: il dolcissimo volto della Madonna dai tratti tipicamente leonardeschi.
sabato 16 giugno 2018
PETERZANO, Simone - Pittore italiano di scuola lombarda, fu maestro di Caravaggio nel periodo 1584 - 1588 (Bergamo, ca.1540 - Milano, ca.1596): Pala della Deposizione, 1573-1578 ca., Olio su tela, 290 x 185 cm - Milano, Chiesa di San Fedele, Cappella della Deposizione, già della Crocifissione (prima, entrando, a sinistra)
INV. N. 2134
La grande Pala della Deposizione (290 x 185 cm), opera di Simone Peterzano, proviene dalla Chiesa di Santa Maria della Scala, demolita nel 1776. Era custodita nella cappella della Veronica, figura che appare in alto in fondo, sulla destra con il telo col volto di Cristo. La tela firmata (S)imon Petrzanus/Titiani al(umnus), precede di qualche anno il perido 1584 - 1588 quando il pittore ebbe come allievo a bottega il giovane Caravaggio.
In primo piano giace il corpo livido e abbandonato del Cristo, sostenuto alle spalle da Nicodemo, mentre la Maddalena ne porta al viso una mano in un gesto di afflizione. Insieme alla Vergine, le pie donne e, dietro di loro, San Giovanni e Giuseppe di Arimatea. Le figure sono disposte ad esedra, con una gestualità teatrale ma calibrata.
La Pala presenta attinenze con la cultura pittorica dei maestri veneziani, in particolare con Francesco Salviati, del quale riprende lo schema di una Deposizione realizzata per la chiesa veneziana del Corpus Domini. L'incidere violento della luce definisce singolarmente ogni figura e mette in evidenza il biancore del sudario. Peterzano è ancora legato alla definizione naturalistica dello sfondo e al manierismo coloristico cinquecentesco, ma contemporaneamente si fa fautore della cultura milanese della Controriforma nelle "regole" stilistiche e nei modelli figurativi. Caravaggio deve essersi ispirato all'uso drammatico della luce e alla rigorosa struttura compositiva di questo dipinto per la sua Deposizione vaticana.
(fonte: Didascalia del Museo di San Fedele presente nella Chiesa di San Fedele)
La grande Pala della Deposizione (290 x 185 cm), opera di Simone Peterzano, proviene dalla Chiesa di Santa Maria della Scala, demolita nel 1776. Era custodita nella cappella della Veronica, figura che appare in alto in fondo, sulla destra con il telo col volto di Cristo. La tela firmata (S)imon Petrzanus/Titiani al(umnus), precede di qualche anno il perido 1584 - 1588 quando il pittore ebbe come allievo a bottega il giovane Caravaggio.
In primo piano giace il corpo livido e abbandonato del Cristo, sostenuto alle spalle da Nicodemo, mentre la Maddalena ne porta al viso una mano in un gesto di afflizione. Insieme alla Vergine, le pie donne e, dietro di loro, San Giovanni e Giuseppe di Arimatea. Le figure sono disposte ad esedra, con una gestualità teatrale ma calibrata.
La Pala presenta attinenze con la cultura pittorica dei maestri veneziani, in particolare con Francesco Salviati, del quale riprende lo schema di una Deposizione realizzata per la chiesa veneziana del Corpus Domini. L'incidere violento della luce definisce singolarmente ogni figura e mette in evidenza il biancore del sudario. Peterzano è ancora legato alla definizione naturalistica dello sfondo e al manierismo coloristico cinquecentesco, ma contemporaneamente si fa fautore della cultura milanese della Controriforma nelle "regole" stilistiche e nei modelli figurativi. Caravaggio deve essersi ispirato all'uso drammatico della luce e alla rigorosa struttura compositiva di questo dipinto per la sua Deposizione vaticana.
(fonte: Didascalia del Museo di San Fedele presente nella Chiesa di San Fedele)
sabato 9 giugno 2018
CRIVELLI Carlo, Pittore italiano, tra i massimi esponenti della scuola veneziana (1430/35, Venezia - 1495, Camerino, Marche): Annunciazione con Sant'Emidio, 1486, Olio su tavola trasferito su tela, 207 x 147 cm - Londra, National Gallery
INV. N. 2133
Carlo Crivelli
"Annunciazione con Sant'Emidio"
Il dipinto fu eseguito per la chiesa dell'Annunciazione ad Ascoli Piceno di cui Sant'Emidio era il santo patrono della città. Nelle sue mani si può vedere infatti il modello della chiesa. Alla città furono concessi alcuni diritti di libertà da Papa nel 1482, e questo spiega l'iscrizione "Libertas Ecclesiastica" nella parte inferiore del dipinto.
"Non si tratta dunque di giudicare negativamente l'arte del Crivelli, quasi si fermasse sul cammino del Rinascimento per difetto di informazione o di ossigeno. Per andare in fondo al problema occorre semmai capire il perché di una scelta, che lo sollecita verso una solitudine non nutrita d'inerzia, ma di perfezionismo formale, sempre più astratto. Anche nelle opere di racconto - si veda l'Annunciazione di Ascoli (oggi Londra, National Gallery) del 1486 - il C. mostra di conoscere bene i problemi della prospettiva e della luce e di essere al corrente degli aggiornamenti culturali: eppure anche in quell'opera discorsiva ed episodica non rinuncia al suo distacco. Che il C. non abbia avuto evoluzione e sia rimasto chiuso, quasi assediato nello stile (si potrebbe dire, vasarianamente, "maniera") che s'è creato, è vero, ma fino ad un certo punto. In quel mondo non se ne sta quieto, né mostra di essere pago di una creatività scontata e ripetuta; si arrovella invece nel cercare non composizioni nuove, ma nuove soluzioni formali, rinnovandosi continuamente, quasi soggiogato dalla astratta esigenza di una impossibile perfezione." (fonte: Pietro Zampetti - Dizionario Biografico Treccani degli Italiani - Volume 31 - 1985)
venerdì 8 giugno 2018
giovedì 7 giugno 2018
CRIVELLI Carlo, Pittore italiano, tra i massimi esponenti della scuola veneziana (1430/35, Venezia - 1495, Camerino, Marche): Cristo morto sorretto da due angeli "Pietà di Montefiore", 1470 - 1475 ca., Tempera e oro su tavola, 72.5 × 55.5 cm - National Gallery, Londra
INV. N. 2131
Carlo Crivelli
"Pietà di Montefiore"
Pala d'altare della Chiesa di San Francesco a Montefiore dell'Aso, in provincia di Ascoli Piceno (Marche, Italia)
Capolavoro di suprema e sublime bellezza e perfezione.
lunedì 4 giugno 2018
ROSSO FIORENTINO (1494, Firenze - 1540, Parigi): Morte di Cleopatra, 1525 - 1530, Olio su tela, 98,5 x 76,5 cm - Herzog Anton Ulrich Museum, Braunschweig, Bassa Sassonia, Germania
INV. N. 2130
GIOVANNI BATTISTA di Iacopo de' Rossi, detto il ROSSO FIORENTINO
di Roberto Ciardi - Dizionario Biografico Treccani degli Italiani - Volume 56 (2001)
GIOVANNI BATTISTA di Iacopo de' Rossi, detto il ROSSO FIORENTINO
di Roberto Ciardi - Dizionario Biografico Treccani degli Italiani - Volume 56 (2001)
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