Antonio di Pietro Averlino, o Averulino, detto il Filarete (Firenze, 1400 circa – Roma, 1469), è stato uno scultore, architetto e teorico dell'architettura italiano, ebbe un ruolo importante nel primo sviluppo di alcuni concetti dell'architettura e dell'urbanistica rinascimentale ed in particolare della "città ideale". Il soprannome di stampo umanistico con cui è prevalentemente noto, da lui stesso scelto, significa "colui che ama le virtù". Fiorentino, si formò nella bottega di Lorenzo Ghiberti dove probabilmente apprese la tecnica della fusione in bronzo partecipando alle lavorazioni delle porte del Battistero di San Giovanni. In seguito, intorno al 1433 si trasferì a Roma, dove papa Eugenio IV lo incaricò di realizzare i battenti bronzei per la porta centrale della Basilica di San Pietro, probabilmente a seguito del prestigio dell'apprendistato presso il Ghiberti. La cosiddetta "porta del Filarete" fu faticosamente realizzata tra il 1433 ed il 1445 in un periodo politicamente turbolento per Roma.[1] In essa i due battenti sono divisi in tre riquadri sovrapposti, in quello di sinistra dal basso: Martirio di Paolo, San Paolo, Cristo in trono; in quello di destra sempre dal basso: Martirio di Pietro, San Pietro che dà le chiavi a Eugenio IV, Madonna in trono; i riquadri sono incorniciati da girali animati con profili di imperatori e nell'intercapedine fra questi vi sono fregi con episodi del pontificato di Eugenio IV. La maturità figurativa delle formelle della porte di San Pietro, per quanto riguarda la concezione prospettica delle scene, non sembra all'altezza di quanto prodotto in analoghe esperienze scultoree fiorentine, risultando attardato su modi figurativi medievali.
(Fonte Wikipedia)
La formella con il "Martirio di San Paolo"
Battente sinistro, in basso
La formella con il "Martirio di San Pietro"
Battente destro, in basso
Le due formelle centrali con le figure di San Paolo (six) e San Pietro (dix)
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