"Chiesa e case" di Arturo Ferrari
Il dipinto è stato acquistato dal mercato antiquario nel 1968. A partire dagli anni Venti Arturo Ferrari si dedica all’esecuzione di una lunga serie di paesaggi di matrice naturalista incentrata su scorci della campagna lombarda, dell’Olona e dei sobborghi milanesi. A questo importante nucleo di dipinti appartiene anche l’opera in Collezione, forse una veduta dei navigli alla periferia di Milano, che si distingue per una stesura pittorica abbreviata e l’intensa luminosità. Nella produzione matura Ferrari abbandona il gusto aneddotico caratteristico della sua produzione più nota e popolare per condurre una serrata ricerca sulla pittura di paesaggio, condotta a diretto confronto con il vero, che lo accosta alle coeve ricerche degli esponenti dell’ultimo naturalismo lombardo. A questa svolta nel percorso creativo dell’artista corrisponde il suo allontanamento dalle principali esposizioni nazionali e dalle rassegne milanesi, mentre si allestiscono due mostre personali presso la Società del Giardino a Milano, nel 1924 e nel 1932, intervallate nel 1931 da una significativa rassegna presso la Galleria Guglielmi di Torino, presentata dal paesaggista e critico d’arte Marco Calderini. Queste opere della maturità contraddistinte dal formato ridotto, da una stesura rapida e da effetti luminosi di grande brillantezza si riallacciano alla notevole attività di Ferrari come raffinato acquarellista, tra i fondatori della Società degli acquarellisti lombardi nel 1910. Fin dai suoi esordi, infatti, l’artista impiega l’acquerello per fermare i suoi studi dal vero sul paesaggio e vedute cittadine. Si tratta di una vasta produzione, non ancora indagata dalla critica, che comprende opere compiute e rapidi studi realizzati in funzione delle rievocazioni storiche, tra le quali si ricordano in Collezione: La chiesa di Santo Stefano in Borgogna in Milano, Cortile quattrocentesco a Castiglione Olona, Nella vecchia via.
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