INV. N. 1563
𝓘𝓷 relazione a una approfondita rilettura dell'arte egizia e etrusca nel corso del 1928, le solide figure di impianto novecentista della prima metà degli anni venti vengono sostituite dalla stilizzazione delle forme e dalla rappresentazione del corpo femminile in chiave arcaizzante; divenute una sorte di stereotipo, esse acquisiscono caratteri ricorrenti (il busto stretto, la gonna lunga fino ai piedi, il cappello rovesciato). Anche i volti rimangono impersonali e genericamente aperti in un sorriso che richiama la serenità dei kouroi arcaici: "I miei visi sono monotoni, perché in fondo è un solo viso che cerco" (M. Campigli, Scrupoli, Venezia, 1955)
(Fonte: Guida del Museo, SKIRA-Marsilio, Ed. 2011)
Nessun commento:
Posta un commento