Pagine

venerdì 27 maggio 2016

OGGETTI D'ARTE - Tesoro dei Medici: Bottega dei Sarachi, Vaso - Trionfo da tavola, sec. XVI - ca. 1589, Cristallo di rocca inciso, oro cesellato/cammei/pietre, bronzo dorato - Location: Museo degli Argenti, Palazzo Pitti, Firenze

INV. N. 1454



Il corpo del Vaso è a forma di navicella. Sul coperchio sono lavorati a tutto tondo, le zampe, le pinne, ed il corpo di un mostro marino; sulla prua, dove sono scolpiti due delfini contrapposti poggia la torre di vedetta, di forma cilindrica, smerlata e con figure di cavalieri intagliate sulla parete. Il corpo del vaso è tutto decorato con motivi a viticci, tra cui s’individuano due scene bibliche: la raccolta della manna e Mosè che fa scaturire l’acqua dalla roccia. Un anello d’oro smaltato congiunge la navicella al piede, anch’esso intagliato con motivi vegetali. L’orlo del vaso è bordato da una fascia d’oro con cammei incastonati. Le anse in bronzo dorato sono poste sui lati lunghi della navicella ed hanno la forma di arpie con il dorso inarcato.









giovedì 19 maggio 2016

ARCHEOLOGIA - AFFRESCHI: "Flora" (o anche "Primavera"), affresco proveniente da Villa Arianna, rinvenuto durante gli scavi archeologici dell'antica città di Stabiae, l'odierna Castellammare di Stabia; si tratta dell'opera più importante e famosa ritrovata nell'antica città romana. - Location: Museo Archeologico Nazionale , Napoli

INV. N. 1442



Flora

Su fondo verde acqua, è la figura di una fanciulla, volta di spalle e intenta a raccogliere da un alberello con la mano destra fiori bianchi che depone in un kalathos tenuto nella sinistra. La giovane, che indossa una tunica gialla, porta i capelli raccolti sulla nuca in uno chignon impreziosito da un diadema. Il soggetto, ispirato a figure del IV sec. a.C. e rinvenuto insieme ad altri tre affreschi simili raffiguranti Leda (sempre su fondo verde), Medea e Diana (su fondo azzurro) in pannelli collocati nella zona mediana delle pareti di un cubiculum della Villa di Arianna a Stabia, non si sa con certezza se rappresenti una figura umana o divina, una Ninfa, Flora o Proserpina. L'identificazione con la Ninfa è suggerita da un passo di Ovidio, che la descrive come colei che "presiede a tutto ciò che fiorisce" (Ovidio, Fasti, V, 20). 

(Fonte: Catalogo del Museo Archelogico Nazionale di Napoli)



ARCHEOLOGIA - OGGETTI D'ARTE: Anforetta con scene di vendemmia, cosiddetto "Vaso blu", Area vesuviana, Anforetta in pasta di vetro blu scuro, opaco; decorazione in pasta vitrea bianca, Alt. 31,7; diam. orlo 6 cm. Provenienza: Pompei, forse da una sepoltura nella Casa delle Colonne a mosaico, I secolo d.C. - Location: Museo Archeologico Nazionale, Napoli

INV. N. 1441




Vaso blu

La piccola anfora, con le anse costolate, termina al fondo con puntale a bottone. Il corpo è completamente decorato con scene ed elementi di tema dionisiaco; le scene figurate occupano lo spazio sotto le anse; sugli altri due lati si sviluppa una decorazione a elementi vegetali ed animali. Entrambe le raffigurazioni sotto le anse, delimitate in alto da un festone carico di fiori e frutta, mostrano eroti impegnati in attività agresti. Su un lato, un erote è semidisteso su un letto, mentre un altro suona la cetra ed altri due, su alti piedistalli, sono intenti alla vendemmia. Dei quattro eroti sul lato opposto, due seduti su un'alta base, suonano il flauto e la siringa, altri due sono impegnati in altre attività. L'ornamento degli altri due lati - uguale nella composizione - mostra un mascherone ornato di foglie di vite dal quale originano due grossi tralci carichi di foglie e grappoli, con due esili tralci che al centro formano volute.
Nella parte inferiore, sotto la linea di esergo, si sviluppa un fregio con scena pastorale con capre e pecore pascolanti in un paesaggio alberato.
Quest'anforetta, della quale le circostanze del rinvenimento sono poco chiare, è il più noto esemplare, assieme al Vaso Portland, di un piccolo gruppo di manufatti realizzati con la tecnica del vetro-cammeo e accomunati dal tema dionisiaco della decorazione, tra i quali è significativo ricordare i due pannelli, ugualmente rinvenuti a Pompei, dalla Casa di Fabio Rufo (Insula Occidentalis).
Sulla base di evidenti affinità stilistiche, si ritiene che l'anfora di Pompei sia stata prodotta dalla stessa officina del Vaso Portland e della coppa del Getty Museum.



GIULIO ROMANO, Giulio Pippi, detto (b. ca. 1499, Roma, d. 1546, Mantova): Madonna della gatta, 1523 ca., olio su tavola, 171 x 143 cm - Location: Galleria Nazionale di Capodimonte, Napoli

INV. N. 1433



Celebrata da Vasari, fu probabilmente eseguita su commissione di Federico Gonzaga, per il quale l'artista era già attivo a Roma, prima ancora del trasferimento a Mantova nel 1524. Nonostante i diversi tentativi di datazione, infatti, l'esecuzione del dipinto va posta non lontano dalla 'Sacra Famiglia' detta la 'Perla' (1521-1522), cui rimandano la serrata plastica del gruppo piramidale in primo piano e il forte chiaroscuro; mentre la descrizione dell'interno e il gusto prezioso per i dettagli, tratti dal repertorio classico, esprimono l'interesse da parte dell'artista per la cultura antiquaria.



domenica 15 maggio 2016

OGGETTI D'ARTE: "Altare d'argento" - paliotto d'altare con statuine di varie misure e dodici scene della vita di san Giovanni Battista, 1367-1483 - Location: Nuovo Museo dell'Opera del Duomo, Firenze

INV. N. 1432


L'Altare d'argento esposto nella Sala del Tesoro del Museo dell'Opera del Duomo, fu commissionato dall'Arte della Calimala per l'altare maggiore del Battistero di Firenze nel 1367 e fu concluso oltre un secolo dopo, nel 1483. La sua realizzazione impegnò diversi artisti di più generazioni a cominciare dai due cui l'opera fu commissionata, Betto di Geri e Leonardo di Ser Giovanni. A loro sono succeduti: Tommaso di Lorenzo Ghiberti, Matteo di Giovanni, Michelozzo di Bartolomeo, Bernardo Cennini, Antonio di Salvi, Francesco di Giovanni, Antonio del Pollaiolo e Andrea del Verrocchio.
Richiese l'utilizzo di ben 250 chili di argento e rappresenta una summa dell'oreficeria tardogotica.




ANDREA PISANO, Italian sculptor (attivo c. 1290-1349 in Pisa): Formelle del Campanile di Giotto: 1) Dio crea Adamo 2) Lavoro di Adamo ed Eva (1334-1343) 3) Phoroneus, ossia l'inizio della legislazione (1348-1350), Marmo ad esagoni - Location: Nuovo Museo dell'Opera del Duomo, Firenze

INV. N. 1431


Queste "Formelle" di marmo ad esagono fanno perte della serie di 54 formelle con rilievi istoriati realizzate per il primo e il secondo registro del Campanile di Giotto, a Firenze, dove attualmente vi sono delle copie. La serie venne realizzata in massima parte da Andrea Pisano e bottega nel XIV secolo e conpletata nel XV secolo da Luca della Robbia. Rappresenta la celebrazione della conoscenza e del lavoro umano e costituiscono uno dei programmi più densi di significato dell'intero Medioevo europeo: una summa iconografica simile a quelle riscontrabili nelle sculture e vetrate delle cattedrali d'oltralpe. Infatti tra le fonti del programma vi è probabilmente un testo francese, lo Speculum majus del teologo duecentesco Vincenzo di Beauvais, domenicano, che aveva riunito la totalità delle conoscenze umane in una "immagine" del mondo ritenuta al tempo affascinante e convincente. Lo Speculum majus si articola poi in quattro "specchi" particolari: quello della Natura, quello dell'Istruzione, quello della Morale e quello della Storia o Speculum historiae.

(fonte: Timothy Verdon - Il Nuovo Museo dell'Opera del Duomo - Ed. Mandragora, 2015)


n. 1



n. 2



n. 3




venerdì 13 maggio 2016

MUSEO DELL'OPERA DEL DUOMO DI FIRENZE: La Sala del Paradiso, ricostruzione in scala 1:1 dell'antica facciata medievale incompiuta del Duomo di Firenze, con la ricollocazione delle statue nelle rispettive posizioni.

INV. N. 1430


La "Sala del Paradiso" 

Museo dell'Opera del Duomo di Firenze

La Sala del Paradiso, nel rinnovato Museo dell'Opera del Duomo di Firenze è stata così denominata in allusione all'antico nome della piazza tra il Duomo e il Battistero e che era stata, prima dello smantellamento dell'antica e incompiuta facciata gotica, la più riccamente adorna d'Europa. In essa trova posto la fedele ricostruzione in scala 1:1 del mosso frontespizio gotico del Duomo con la sua ricchissima serie di statue oggi ricollocate secondo l'ipotesi di un disegno cinquecentesco. 
Le statue che trovano posto in questa incredibile facciata sono opere di illustrissimi maestri, tra i quali spiccano Arnolfo di Cambio, autore della maggior parte,  e poi Andrea Pisano, Piero di Giovanni Tedesco, Donatello, Niccolò di Pietro Lamberti, Nanni di Banco, Jacopo di Piero Guidi, Luca di Giovanni da Siena, Giovanni d'Ambrogio e Bernardo Ciuffagni.