Ercole in riposo (noto come Ercole Farnese)
Copia romana, fine II-inizi III secolo d.C., da originale greco della seconda metà del IV secolo a. C.
Esposta fino al 1787 nel cortile di Palazzo Farnese a Roma, la colossale statua fu scoperta a metà del Cinquecento nell'area delle Terme di Caracalla; trasferita a Napoli, fu dapprima destinata a Capodimonte e poi, nel 1792, al nascente museo del Palazzo degli Studi, dove, nei burrascosi anni del dominio francese, riuscì a sfuggire alle mire di Napoleone, che per ben tre volte aveva organizzato la sua spedizione in Francia.
Dei numerosi restauri di cui la statua fu oggetto, il più famoso resta quello di Guglielmo della Porta, il quale su incarico di Michelangelo, curò di rifare le gambe perdute, che i Farnese non vollero sostituire neppure quando urono trovate quelle vere, "per mostrare che le opere della scultura moderna potevano stare al paragone de' lavori antichi". Solo più tardi, e per volere dei Borbone, furono reinserite le gambe autentiche, che il re di Napoli aveva ricevuto in dono dalla famiglia Borghese.
Allo scultore ateniese Glicone, come recita l'iscrizione incisa sulla roccia sotto la clava, si deve l'esecuzione dell'opera, copia del colosso bronzeo dell'Eracle in riposo di Lisippo da Sicione.
(Fonte: Guida Electa - Il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, 2016)
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