Paesaggio con la ninfa Egeria
"C'era un bosco irrigato nel mezzo da una fonte d'acqua perenne affiancata da una grotta ombrosa. E poiché Numa vi si recava spesso per incontrarsi con la dea, consacrò quel bosco alla Camene che si ritrovavano con Egeria sua sposa." Con queste parole lo storico latino Livio descrive l'antico ninfeo che fu teatro dell'amore fra il secondo re di Roma, Numa Pompilio, e la bellissima Egeria. Ninfa delle fonti, Egeria aveva il dono della divinazione. Grazie a questa dote riusscì ad ispirare il suo sposo nel promulgare le leggi e nel curare l'ordinamento religioso della Roma primitiva. Il racconto di Livio, trasfigurato poeticamente anche da Ovidio nelle sue Metamorfosi, ispirirò il dipinto del lorenese Claude Gellée. Tuttavia, il paesaggio riprodotto sulla tela non corrisponde alla località romana dove, secondo la leggenda, si svolgevano gli incontri fra i due innamorati, ma si ispira alla zona del lago di Nemi, feudo della famiglia Colonna, che nel 1669 commissionò l'opera. Acquistata a Roma da Domenico Venuti per conto del re di Napoli Ferdinando IV, la tela entrò a far parte delle collezioni borboniche nel 1800.
(Fonte: Tiziana Scarpa - Museo di Capodimonte, Ed. Touring Club Italiano, 2014)
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