Et in Arcadia ego
Questo è uno dei dipinti più noti del Guercino. Essa mostra due pastorelli che hanno scoperto un teschio. Il titolo potrebbe essere interpretato come una frase pronunciata da Morte ( "Anche io sono in Arcadia"). Ma ogni significato morale per il lavoro si perde in un momento di pura contemplazione.
Questo dipinto è direttamente collegato al Apollo e Marsia che Guercino effettua per il Granduca di Toscana nel 1618 (Galleria Palatina, Palazzo Pitti, Firenze): entrambe le immagini hanno lo stesso gruppo di pastori. In questo quadro, Guercino trasforma gli spettatori in protagonisti. Un'esplorazione efficace del memento mori che ottiene con l'aggiunta del cranio, e la scritta Et in Arcadia ego. Opera giovanile del Guercino, il dipinto è stato eseguito prima del suo periodo romano (1621-1623) e dopo il suo viaggio a Venezia, dove questo tipo di moralizzante allegoria era molto popolare. La tela è stata datata alternativamente al 1618 e il 1622.
L'iconografia del memento mori in un ambiente pastorale, derivata dalle Ecologues di Virgilio, era ben noto in arte veneziana e romana dal Rinascimento in poi; ma qui per la prima volta viene esplicitamente spiegata mediante l'aggiunta della scritta.
(da Web Gallery of Art )
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