Pagine

sabato 24 maggio 2014

IL MONDO ALLUCINATO DI CHAIM SOUTINE (Smiloviči, 13 gennaio 1893 – Parigi, 9 agosto 1943)

Chaïm Soutine nacque nel 1893 a Smiloviči, un piccolo villaggio dell'impero russo oggi in territorio bielorusso, in una famiglia ebraica di origine lituana.
Le sue opere future risentiranno degli anni difficili della sua infanzia, caratterizzata da esperienze dolorose in una famiglia povera, numerosa e socialmente emarginata in quanto ebrea.
Il suo stile risente in parte di maestri del passato, come El Greco, Diego Velázquez, Rembrandt e Gustave Courbet, e di grandi artisti a lui temporalmente più vicini, come Paul Cézanne, Vincent Van Gogh e Pierre Bonnard.
Ma per il suo modo di rappresentare la realtà in modo atemporale come tragedia interiore, le affinità maggiori sono quelle con Edvard Munch, James Ensor, Emil Nolde, Oskar Kokoschka e con il movimento dell'espressionismo. Dal 1930 alla morte, sempre inquieto e tormentato nonostante il successo ormai ottenuto, mostrò raramente i suoi lavori e cercò di approfondire la ricerca esistenziale e formale con risultati anche drammatici: ossessionato dalla forma e dal colore, spesso depresso ed insoddisfatto, Soutine distrusse molte sue opere nei periodi di crisi psicologica. Soutine morì a Parigi il 9 agosto 1943. (da Wikipedia)


"Case di Cagnes"
1924-1925, olio su tela
Collezione privata


 "Paesaggio di Cagnes"
1918 ca., olio su tela
Collezione privata



 "Le Village"
 1923 ca., olio su tela
 Coll. Jean Walter et Paul Guillaume, Musée de l'Orangerie, Parigi




"Paesaggio"
  1922-1923, olio su tela
 Coll. Jean Walter et Paul Guillaume, Musée de l'Orangerie, Paris

LA RIVOLUZIONARIA "ANNUNCIAZIONE" DEL CARAVAGGIO

L'Annunciazione è stata dipinta dal Caravaggio nella fase tarda della sua attività, forse in Sicilia o durante il secondo soggiorno napoletano, e fu probabilmente commissionata dal duca di Lorena. È conservata nel Musée des Beaux-Arts di Nancy (Francia).
"In questa opera il Caravaggio propone il tema classico dell’Annunciazione in una prospettiva nuova, e per certi versi rivoluzionaria: l'angelo infatti, nella iconografia classica, è raffigurato di fronte a Maria, in piedi o in ginocchio, comunque leggermente inchinato verso la donna; Caravaggio invece mostra l’angelo mentre è ancora in volo e volge le spalle a chi guarda; questa prospettiva dall’alto, in cui si trova pure lo spettatore, porta inoltre la figura dell’angelo ad essere più grande di quella di Maria; infine è Maria ad essere inchinata di fronte al messaggero di Dio, e non viceversa.
L'opera fu quasi sicuramente lasciata incompiuta dal pittore, probabilmente a causa della sua continua fuga dopo il soggiorno a Malta, e finita da qualche allievo." (da Wikipedia)
E' sorprendente notare come la figura dell'angelo non abbia nulla di angelico: è piuttosto una figura di un giovane uomo dai capelli arruffati, dal fisico non bello, tipico dei giovani adolescenti raffigurati dal Caravaggio in tanti altri dipinti. Anche la postura della mano dell'angelo è strana, con quel dito indice arcuato non più solo ad indicare che Maria era stata prescelta ma quasi ad imporre il comando divino! Si spiega così anche la posizione inconsueta della Vergine che è in ginocchio ai piedi dell'angelo e con il capo chino in atto di estrema sottomissione al comando di Dio. Come hanno osservato molti critici, l'angelo è figura assolutamente eccezionale ed è indubbiamente di mano dell'artista, mentre la Vergine, che in definitiva risponde di più all'iconografia tradizionale, potrebbe essere stata completata da qualche allievo. Comunque una annunciazione straordinaria nella sua rivoluzionaria interpretazione che solo un artista come Caravaggio poteva concepire e realizzare. 


Michelangelo Merisi da Caravaggio
"Annunciazione"
1608 - 1610, olio su tela, 285 x 205 cm
Musée des Beaux-Arts, Nancy, Francia 


DUE CAPOLAVORI PERDUTI DEL CARAVAGGIO: "San Matteo e l'angelo" del 1602 e "Cristo sul monte degli ulivi" del 1604-1606, andati distrutti nel 1945.

Michelangelo Merisi da Caravaggio, "San Matteo e l'angelo", del 1602

Si tratta della prima versione del medesimo soggetto che il Caravaggio realizzò per la Cappella Contarelli nella Chiesa di San Luigi dei Francesi a Roma. Secondo Giovanni Baglione e Giovanni Pietro Bellori il dipinto non piacque alla congregazione di preti che quindi rimossero dalla Cappella la tela. Questa fu venduta e acquistata da Vincenzo Giustiniani. Successivamente la tela passò ai Musei di Berlino nel 1815 e andò distrutta verso la fine della seconda guerra mondiale nell'incendio della Flakturm Friedrichshain.





Michelangelo Merisi da Caravaggio, "Cristo sul monte degli Ulivi", 1604-1606

Questo è l'altro dipinto perduto di Caravaggio, eseguito sempre con la tecnica dell'olio su tela tra il 1604 e il 1606. Custodito in passato nel Kaiser Friedrich Museum di Berlino, l'opera venne distrutta nel 1945 nell'incendio della Flakturm Friedrichshain.
L'autenticità del dipinto è stata discussa, ma è bene attestata nella collezione del Marchese Vincenzo Giustiniani e del fratello Cardinale, Benedetto Giustiniani. Inoltre, le dimensioni dell'opera sono praticamente identiche a quelle di un'altra opera di Caravaggio, avente lo stesso soggetto, menzionata nell'inventario Giustiniani. Infine, il modello per San Pietro (la figura girata) appare identico a quello dei due San Gerolamo del periodo romano di Caravaggio, il San Gerolamo in meditazione e San Gerolamo, entrambi realizzati tra il 1605-1606.


lunedì 12 maggio 2014

GIANDOMENICO TIEPOLO (Figlio del più celebre Giovanbattista TIEPOLO - Venezia, 1727 -. 1804): Affreschi di Villa Valmarana a Vicenza, 1757


"Contadini che si riposano"


 "Passeggiata d'estate"


 "Pasto in famiglia"


 "Offerta di frutta alla dea della Luna"

GIANDOMENICO TIEPOLO (Figlio del più celebre Giovanbattista TIEPOLO - Venezia, 1727 -. 1804): Gli affreschi della Sala Pulcinella nella Villa di Zianigo della famiglia Tiepolo

Giovanni Domenico Tiepolo ha decorato con una serie di bellissimi affreschi a tema sulla figura di una delle maschere più celebri, il Pulcinella, la villa di famiglia a Zianigo, che suo padre, il più illustre Giovanbattista TIEPOLO, aveva comprato al suo ritorno da Würzburg, dove aveva decorato il palazzo del principe vescovo, e che aveva restaurato e modificato secondo le proprie necessità. Gli affreschi sono stati dipinti in un periodo abbastanza lungo di tempo: tra il 1759 - la data indicata in una delle scene in bianco e nero della cappella - e il 1797 - secondo una iscrizione oggi non più leggibile, all'inizio del ventesimo secolo, in una scena murale nella Sala Pulcinella. Quasi tutti questi affreschi della piccola Villa Zianigo sono stati staccati nel 1906 e nel 1936 sono stati spostati a Ca 'Rezzonico e collocati in piccole stanze, in una ricomposizione che ripete da vicino quella originale, anche se con alcune differenze e sovrapposizioni.