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martedì 26 gennaio 2016

ARTURO FERRARI (Milano, 26 genn. 1861 - 31 ott. 1932): Cortile quattrocentesco a Castiglione Olona, 1895, olio su tela, 145,5 x 220,5 cm - Gallery: Fondazione Cariplo - Gallerie di Piazza Scala, Milano

INV. N. 1271


Cortile quattrocentesco a Castiglioine Olona (o Cortile antico)

Il dipinto, datato 1895, ritrae un soggetto caratteristico della produzione più nota e popolare dell’artista: uno scorcio dell’antico cortile medievale del palazzo Branda Castiglioni a Castiglione Olona, antico borgo nelle immediate vicinanze di Varese edificato a partire dalla metà del Quattrocento per volontà del cardinale Branda Castiglioni, celebre umanista e mecenate delle arti figurative. Con un’altra opera ispirata a questo luogo, Castello antico (denominato anche Altri tempi), il pittore riporta uno strepitoso successo nel 1897 ottenendo il premio popolare istituito dal Comune di Milano in occasione della III Esposizione Triennale di Brera. Il dipinto, attualmente disperso, è noto grazie alla riproduzione pubblicata sul giornale “Il Secolo” ed è forse identificabile con Porta di un castello, premiata con la medaglia d’argento all’Esposizione Universale di Parigi del 1900. Per tutto il corso degli anni Novanta Ferrari si dedica ripetutamente allo stesso soggetto realizzandone numerose varianti, tra le quali Il Cortile del Palazzo Branda Castiglioni a Castiglione Olona (1899) che riproduce esattamente una porzione del dipinto in Collezione e Porta del Palazzo già Branda Castiglioni a Castiglione Olona, fino al 1895 di proprietà di Francesco Ponti, forse identificabile con lo studio preparatorio per l’opera premiata a Milano e a Parigi, dalla quale differisce soltanto per l’inserimento della sentinella in uniforme settecentesca accanto all’arco d’ingresso (entrambe presso la Milano, Galleria d’arte Moderna). Nella creazione di questo vastissimo repertorio, Ferrari raccoglie suggestioni dalla cultura accademica di impronta storicista e dalle opere di ispirazione neosettecentesca e di matrice naturalista di Mosè Bianchi, Pompeo Mariani, Eleuterio Pagliano, ma risolve i suoi soggetti in formule semplificate, e dunque apprezzate anche da un pubblico più vasto. L’inserimento di personaggi in abiti antichi all’interno di ambientazioni rigorosamente studiate dal vero si riscontra anche nei primi suggestivi interni monumentali, come L’Atrio della Basilica di Sant’Ambrogio a Milano (Piacenza, Ricci Oddi), e nelle ampie e spaziate vedute cittadine, come Il Naviglio di Viarenna (1894) (collezione privata), divenendo un tratto distintivo della produzione artistica di Ferrari. Sfruttando soprattutto il gusto per il travestimento e il descrittivismo proprio della pittura di genere, l’artista realizza nostalgiche rievocazioni storiche di molti luoghi caratteristici, ancora ben riconoscibili ma prossimi a scomparire, garantendosi il duraturo consenso del grande pubblico.







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