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sabato 19 aprile 2014

CARAVAGGIO, Michelangelo Merisi (da): "La conversione della Maddalena" (o anche "Marta e Maria Maddalena"), c. 1598, Oil on canvas, 98 x 133 cm - Institute of Arts, Detroit


"Splendida e splendidamente vestita di lucide sete, Maria Maddalena è rappresentata nel momento della conversione per l'illuminazione interiore della Grazia. Il leonardesco fiore d'arancio che tiene in mano e il filo d'oro all' anulare sinistro indicano forse le sue mistiche nozze col Cristo. Bellissima come vuole la tradizione patristica e considerata sorella di Marta e di Lazzaro, secondo una credenza diffusa nel Medioevo e nel Rinascimento, Maddalena contrasta con l'umile Marta che, in ombra e dimessamente vestita, con buone parole e rimproveri si fa tramite dell' amore e della grazia divina. Dalle sue mani, che sembrano enumerare con le dita i miracoli di Gesù, la luce redentrice della Grazia, in consonanza con lo spirito post-tridentino, scorre ad illuminare il volto (e la mente e il cuore) della Maddalena, ormai convertita e in mistica contemplazione. Sul tavolo gli oggetti della «vanitas», emblemi della vita peccaminosa: un realistico pettine d'avorio senza un dente, il vasetto portacipria (il veneziano «sponzarol ») e il grande specchio convesso, nella cui profonda oscurità si riflette la luce-grazia, un tassello luminoso indicato con la mano sinistra dalla Maddalena. «Possiamo tenere per certo - scrive il Calvesi - che lo specchio additato dalla Maddalena testimonia la sua dedizione a Dio» perché rappresenta la mente che ha accolto la luce divina. Il nesso «mente come uno specchio di Iddio» è derivato dal Ficino, mentre San Paolo afferma che il divino si conosce nella vita terrena riflesso come in uno specchio." 
(fonte IL CARAVAGGIO Le opere - http://www.michelangelomerisi.it/la-conversione-della-maddalena/)

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